BOLLA PAOLO IV |
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LA
BIOGRAFIA DI PAPA PAOLO IV
Rivelò la sua
notevole formazione letteraria, teologica e giuridica con un'eloquenza di
stampo ciceroniano che gli aprì la via ad ogni grado della gerarchia. Divenne
un provetto avvocato, fu consigliere di papi, Nunzio Apostolico in Spagna ed
in Inghilterra. Fu nominato vescovo di Chieti e come tale, diede l'esempio -
edificante per il suo tempo - di risiedere ed esercitare il suo ministero
nella propria diocesi. Clemente VII lo autorizzò poi a rinunciare a questa
diocesi, per fondare con San Gaetano di Thiene la Congregazione dei Teatini,
la cui finalità era la lotta contro le eresie attraverso la predicazione e la
semplicità della vita. Ne divenne il primo superiore. Nel 1536 fu elevato da
Paolo III alla dignità di Cardinale Arcivescovo di Napoli e membro della
Commissione per la Riforma della Chiesa. Il Cardinale Gaspare Contarini che
la presiedeva aveva un progetto di riforma noto come "Consilium de
emendanda Ecclesia", in cui confluivano le influenze d'Erasmo da
Rotterdam, del neo-platonismo di Marsilio Ficino e persino la mistica
eterodossa degli "Alumbrados". Egli aspirava ad una Chiesa
spiritualizzata avversa alla scolastica e al formalismo giuridico.
Anticipando così il moderno carismatismo aperto ad un luteranesimo pacifista.
A tale tendenza d'unità ecumenica transigente in materia dottrinale aderirono
i Cardinali Reginald Pole e Giovanni Morone, legati a circoli umanistici
frequentati anche da Aonio Paleario, Pier Paolo Vergerio e Pietro Carnesecchi,
condannati poi com'eretici. Essendo
rimasto senza esito a Ratisbona nel 1541 il tentativo del Contarini per una
riconciliazione con i Protestanti, sulla base della "doppia
giustificazione", il Cardinal Carafa, apertamente contrario ai
compromessi dottrinali e fautore della vera riforma, prese la via delle
misure forti contro l'eresia a Napoli, riattivando il Tribunale della Santa
Inquisizione e stabilendo la censura nel 1543. I suoi avversari lo accusarono
d'eccessivo zelo, ma così non la pensò Giulio III che, nel 1550, lo volle al
Sant'Uffizio come uno dei sei grandi inquisitori e nel 1553 lo nominò Decano
del Sacro Collegio con il titolo di Cardinale vescovo d'Ostia. Il Cardinale
Carafa era conosciuto come indefesso nemico dello spirito del mondo e del suo
umanesimo, ispiratore del Rinascimento che ebbe per componenti il
soggettivismo umanistico che aprì la strada al liberalismo e la riscoperta
dell'antico paganesimo, cause della reazione protestante. Aveva allora
settantanove anni e fu eletto malgrado ciò sembrasse impossibile, perché era
impopolare presso i Francesi e non gradito da parte del partito
spagnolo-imperiale fedele a Carlo V. Fu eletto Papa il 23 maggio 1555, e
prese il nome di Paolo IV. Papa Carafa fu un papa tridentino senza
compromessi, che ebbe per obiettivo centrale del suo pontificato, la lotta
alle eresie e una vera riforma della Chiesa a cominciare dallo stile di vita
mondano della Corte papale. Rinnovò il Sacro Collegio, combatté la simonia,
impose ai vescovi l'obbligo di residenza nelle proprie diocesi, disciplinò i
religiosi "vaganti", migliorò le scuole di teologia, ristabilì la
disciplina monastica, riattivò il Tribunale dell'Inquisizione. Pubblicò la
la Bolla "Cum nimis absurdum" con la quale prese severe
disposizioni in merito agli ebrei che abitavano negli stati cattolici.Con la
lettera Apostolica "Praeclara carissimi" del 20 giugno 1555
espresse già un giudizio negativo sulla validità delle Ordinazioni anglicane. Cercò di
migliorare l'arte sacra evitando per quanto possibile l'indecenza nelle
immagini sacre, pur accogliendo le nuove tecniche dell'arte rinascimentale.
Questo suo zelo non sconfinò mai nel rigorismo, eccesso tipico che
caratterizzò invece il Protestantesimo. Affidò, infatti, all'ormai anziano
Michelangelo Buonarroti, l'incarico di costruire la cupola di San Pietro
opera ammirata ancora ai giorni nostri per grandiosità e bellezza. Il Papa
preferì combattere le eresie attraverso commissioni e Congregazioni romane
sotto la sua direzione. Non riaprì il Concilio di Trento sospeso dal 1552,
perché aveva intuito che nemici della Chiesa si erano infiltrati nel suo
stesso seno e cercò quindi di applicarne le direttive e lo spirito con atti
pontifici. Per dedicarsi meglio al campo spirituale commise però l'errore di
affidare gli affari temporali ai nipoti e specialmente a Carlo, un
condottiero di vita debosciata, che fu nominato Segretario Generale delle
Finanze di Stato ed elevato alla porpora per le istanze dei cardinali.
Purtroppo, l'ambizione di costui si manifestò in occasione dell'alleanza coi
Francesi, voluta dal Papa per allontanare da Napoli il dominio spagnolo.
Questo tentativo fallì e nell'agosto del 1557 il Duca d'Alba minacciava di
invadere Roma. Dopo un'inchiesta sull'operato e sull'abuso di potere dei
nipoti, Paolo IV non esitò a cacciarli da Roma. Ciò nonostante i nemici lo
accusarono di nepotismo. Papa Carafa morì santamente cantando ad alta voce il
Salmo 121 che esordisce con le parole "Laetatus sum in his quae dicta
sunt mihi: In domum Domini ibimus". Le sue riforme preservarono nella
Chiesa l'integrità della fede e del culto, seguì al suo pontificato un
periodo di papi virtuosi. Si dimostrò così colto e santo che San Pio V, suo
successore, volle iniziare il processo di canonizzazione e in segno di
venerazione per la sua santità, usava le sue vesti e i paramenti liturgici. I
cardinali Salviati e Arigone affermarono: "Tutto quanto rimane di fede,
religione e culto divino, si deve a Paolo IV". Lo storico Gianbattista
Gastaldo scrisse: "Qualcuno lo chiamò Paolo il grande... eminente per la
sua cultura e famoso per il suo zelo riguardo la santa fede cattolica, fu
considerato come un altro santo sulla Cattedra di Pietro". Nel suo
mausoleo fu stato scolpito l'epitaffio: "Castigatore acerrimo d'ogni
male e campione senza macchia della fede cattolica". La Costituzione Apostolica "Cum ex apostolatus officio", pubblicata nel 1559, ultimo anno di vita di Paolo IV, fu attribuita dai nemici a ragioni occulte contro alcuni di cui non si fidava, come l'influente Card. Giovanni Morone, che fece arrestare per sospetto d'eresia. Paolo IV temeva una scalata da parte di cripto-eretici alle posizioni chiave della Chiesa, per questa ragione era lento anche ad assegnare nuovi titolari alle Sedi episcopali rimaste vacanti. Papa Carafa non nascondeva di sentire il dovere di prendere misure draconiane per la situazione molto grave e confusa della sua epoca. Queste ragioni sono esplicitamente enunciate e sono all'origine di diversi atti del suo pontificato. Così l'Indice dei libri proibiti (Index librorum prohibitorum) e la Bolla "Cum secundum Apostolum" del 16 dicembre 1558, che comminava pene severissime contro i cardinali incorsi in simonia o che avessero intrallazzato con il potere politico per conquistare la tiara, si inseriscono in quest'ottica. Non meravigliano perciò l'odio e le calunnie suscitate dai nemici della fede contro il Papa e alcuni dei suoi atti. Non poteva essere altrimenti per la Bolla "Cum ex apostolatus officio". |
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